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mercoledì 2 settembre 2015

Ultimi istanti in Colorado e sbarco in Italia

Il volo Honolulu-Denver è passato in fretta, ho guardato un paio di film, cercato di dormire ed ho ascoltato un po' di musica. Sono atterrato prestissimo tanto che verso le otto e mezza, massimo nove di mattina ero a casa. Ho cercato di riposarmi un po' e poi visto che i miei amici non sarebbero più potuti venire a salutarmi, me la sono presa con calma. Il mio American brother all'ora di pranzo è andato al camp musicale e quindi poi non l'ho visto fino a quando mi hanno portato in aeroporto due giorni dopo. Ho passato due giorni a casa da solo, a farmi le valige e a passarmi il tempo, che a momenti sembrava passare velocissimo e allo stesso tempo lentissimo. Non sapevo come sentirmi, se pensavo indietro mi veniva il magone, se pensavo alla mia famiglia che mi aspettava mi rallegravo, insomma un casino. E' inspiegabile ciò che si prova. Tutti si limitano al fatto che tu sei partito per un anno, hai studiato e sei pronto a tornare a casa e a riprendere la tua vita non appena esci dal gate, ma purtroppo non funziona così..

I minuti prima di uscire di casa quel mercoledì pomeriggio li ho passati sdraiato sul letto a guardare le valige pronte per essere caricate in auto, aspettavano soltanto la mia famiglia che tornava da lavoro. Arrivati loro e caricato il tutto siamo saliti in macchina e ho cominciato a fissare casa, a guardarmi intorno per l'ultima volta. Eravamo partiti. Abbiamo preso l'ultimo caffè da Human Bean e poi siamo andati a prendere mio fratello. In auto non parlavo, guardavo fuori dal finestrino e facevo di tutto per non commuovermi. Arrivato all'aeroporto la mia American mom che è rimasta alla macchina mi ha abbracciato e si è commossa. Da li ho fatto il checkin con mio papà e mio fratello americani. A quel punto ho dovuto dire Goodbye anche a loro. Non è descrivibile tutto ciò che ho provato in quel momento, il voltarsi delle loro spalle e il loro allontanarsi mi hanno fatto realizzare che il tutto era vero, la mia esperienza da exchange student si era conclusa. Un flashback mi ha riportato indietro a ben 11 mesi prima quando quello a voltare le spalle ero io ai miei genitori. Sembrava fosse passato un giorno e invece no, ne erano passati 333 (ammazza che freak che sono). 

Il decollo è stato bruttissimo. L'aereo ha traballato per qualcosa come un'ora, alcune signore urlavano dalla paura e fuori non si vedeva niente poiché erano le 9 di sera. Non vedevo l'ora di scendere, però avevo materiale per tenermi impegnato, come films e musica. Arrivato a Londra ho preso l'ultimo Starbucks, lo stesso in cui presi il mio primissimo. Il gate è stato comunicato pochissimi minuti prima che il mio aereo per Milano partisse, così alla svelta sono arrivato e mi sono imbarcato. Ero stanchissimo ma non riuscivo a chiudere occhio, non vedevo l'ora di arrivare. Mio padre e mio fratello sarebbero stati li. Mi chiedevo come mi avrebbero accolto. Arrivato me la sono cavata, nel senso che in mezz'ora dall'atterraggio avevo superato la sicurezza e avevo già ritirato i miei bagagli. Al di fuori della porta posta davanti a me c'erano i miei parenti. Non ci potevo credere. Esco e come primissima cosa inizio a guardare da sinistra verso destra per individuare mio padre visto che la folla era enorme. L'ho visto subito attaccato al muro e nonostante mi avesse visto non si schiodava da li, rideva. Pensavo mi prendesse in giro perché ero in difficoltà con le mie tre valige ma invece c'era qualcun'altro ad aspettarmi proprio li accanto, con un poster gigantesco: la mia migliore amica. E' stata una sorpresa bellissima, poi è spuntata mia madre e infine alla macchina, fuori dalla quale era anche presente un tappeto rosso, è spuntata mia sorella. Insomma, un bellissimo rientro! In auto non finivo più di parlare, arrivato a casa mi sono mangiato tutto quello che hanno messo sul tavolo e la notte l'ho passata a disfare le valige poiché ancora pieno di adrenalina.

Landing in Milan Linate.

- Cris

2 commenti:

  1. hey Cris! complimenti! scrivi davvero benissimo! gli ultimi giorni (insieme ai primi) sono quelli strapieni di emozioni fortissimie e contrastanti, son giorni intensissimi ed indimenticabili. non so come sia potuto succedere che I nostril undici mesi in 'Murica siano volati cosi' in fretta, lo trovo davvero ingiustissimo!e poi ti capisco tanto, quando tu dici che tutti si aspettano che torniamo pronti a ripartire come un anno prima, come se l'anno all'estero sia stato solo un sogno... ma non è così, siamo cambiati davvero tanto e vediamo le nostre vite da una prospettiva diversa! però è davvero bello vedere che le nostre amicizie non siano cambiate di una virgola, come se ci si fosse lasciati il giorno prima e non dieci mesi... questo ci da ancora piu' crteza che sara' cosi' anche con gli altri exchange, che magari rivedremo a distanza di anni! See ya! ciauz Gab

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